
La Reggina di Mister Baroni dopo aver bloccato sull’1-1 il Chievo, tenta di fermare la corsa promozione del sorprendente Venezia dell’ex centrocampista Paolo Zanetti. Per farlo si affida al 4-2-3-1 tanto utilizzato sin qui, orfano però di Folorunsho, interprete fondamentale sulla trequarti, sostituito da Kingsley. La punta titolare sarà Okwonkwo, Situm a sinistra ed Edera a destra, nel pacchetto difensivo torna la coppia Stavropoulos-Cionek. Si tenterà di innescare in profondità Okwonkwo, affidando ai due esterni alti il compito di creare superiorità numerica ed aiutare la squadra a mantenere un assetto equilibrato. Il Venezia viene dall’ottima vittoria in casa del Monza, il terzetto offensivo del 4-3-3 è composto da Esposito, Johnsen ed Aramu, un assenza pesante è quella della punta Forte. Dovrà essere brava la Reggina ad arginare la qualità di Aramu e le sortite dei terzini avversari.
Parte subito forte il Venezia che decide di alzare subito i ritmi della partita schiacciando la Reggina nella propria metà campo. La squadra di Baroni non ha un approccio felice alla partita, inseguendo sempre l’avversario e non riuscendo ad uscire dalla propria area ragionando come aveva fatto vedere in passato. Sillogismo di questa confusione è la scellerata scelta di Nicolas di bloccare dentro l’area con le mani un retropassaggio di Edera, fortunatamente per lui il tutto si risolve con un nulla di fatto. E’ interessante la posizione di Aramu, schierato da ala sinistra piuttosto che da trequartista, ripiega diligentemente sui mediani avversari, chiudendo di fatto una possibile linea di passaggio per le offensive amaranto. Reggina che appunto appare imballata, non riuscendo mai a creare superiorità numerica, notiamo difficoltà nell’innescare la propria punta, se non con lanci lunghi facilmente arginati dai difensori veneti. Al 28esimo brutte notizie per gli amaranto, Kingsley deve uscire per infortunio, al suo posto Bellomo. Baroni decide quindi di rischierare la sua squadra con un 4-4-2, Bellomo farà la seconda punta, uno dei mediani a turno si alzerà nel tentativo di offendere con un uomo in più. Mossa che non sortisce gli effetti sperati, non trovando la giusta compattezza, ed approfittando della serataccia di Edera e Situm, il Venezia mette i propri esterni nella situazione di 1vs1 contro gli avversari, producendo due immense occasioni al 36’ ed al 43’, quando la traversa salva due volte gli amaranto. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, nessun acuto per la Reggina e solo rammarichi per il Venezia in completo controllo del campo.
Baroni decide di cambiare ancora: Montalto prenderà il posto di Okwonkwo, ripristinando il 4-2-3-1 con Edera partner offensivo del neo-entrato. Vedremo dunque la ricerca del gioco aereo per la Reggina, con Montalto abile mestierante. L’esperienza di Bellomo fa la differenza nei primi minuti, guadagnandosi diversi calci di punizione grazie alla protezione perfetta del pallone e dai recuperi nelle seconde palle. E’ proprio da una punizione per la Reggina sull’out di destra che arriva l’occasione per colpire: la palla alta al livello del dischetto di rigore, viene deviata coi pugni da un avventato Pomini, Di Chiara dentro l’area scocca il sinistro al volo, con Pomini ancora fuori dai pali che può solamente guardare il pallone entrare. Cambia quindi il risultato e la partita, risponde subito Zanetti con un cambio offensivo: entrano Di Mariano e Bocalon per Fiordaliso ed Esposito, schierandosi a specchio rispetto all’avversario e tentando di sfruttare la superiorità tecnica nell’1vs1. Amaranto già pronti ad aspettare gli avversari e che contengono le offensive avversarie, si provano delle falcate offensive improvvise anche se il Venezia difficilmente si fa sorprendere. Soffre sulla destra la Reggina, con Maleh e Di Mariano che soventi eludono i diretti avversari ma per fortuna della Reggina manca l’accuratezza stasera ai veneti. Al 67’ dopo un quarto d’ora d’attesa, sale in cattedra Situm, innescato da un Crisetig di categoria superiore, viene lasciato troppo solo al limite sinistro dell’area del Venezia, ha tutto il tempo di prendere la mira e scoccare un destro imparabile che non lascia scampo a Pomini, è il raddoppio per la Reggina. Psicodramma per il Venezia, che accusa il colpo ed abbassa i ritmi, si tenta così la carta del triplo cambio con gli ingressi di Dezi, Crnigoj e Karlsson in quello che diventa un 4-2-1-3 a trazione decisamente offensiva. Il più propositivo è Di Mariano, che tenta spesso la giocata personale ma senza precisione. La Reggina si limita ad addormentare la partita, riuscendoci e soffrendo poco l’avversario. Baroni per agevolare la fluidità nelle uscite e proteggere la linea di difesa, inserisce Bianchi e Liotti per un esausto Crimi e l’evanescente Edera. Prova il tutto per tutto il Venezia, ma le conclusioni dalla distanza di Johnsen e Di Mariano trovano il denso muro amaranto, troppo poco per pensare di impensierire gli avversari. Occasione pericolosa al 91esimo quando si rivede il Venezia che conosciamo: scambio veloce tra Crnigoj e Dezi, che confezionano in velocità un buon pallone per Karlsson, conclusione fuori dalla specchio della porta. Non c’è più tempo, corsara la Reggina a Venezia che porta a casa una vittoria fondamentale per riaccendere i sogni play-off.
Gara vissuta sul treno delle emozioni. La partita la fa il Venezia, dominando il primo tempo colpendo due pali in pochi minuti. Reggina che accetta i tecnicismi e l’atletismo dell’avversario, si compatta dietro la linea della palla e resiste, dimostrandosi cinica nel momento più opportuno sfruttando il primo errore avversario, riprende fiducia e metri in campo, limitando il Venezia nel secondo tempo a qualche sporadica iniziativa personale, fino al colpo del raddoppio che affonda gli avversari. Ottime indicazioni per un finale di stagione che potrebbe regalare grandi sorprese.
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