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Sabato, 22 Novembre 2025 ore
23-01-2021 16:22 FROSINONE - REGGINA 1-1, l'analisi di Antonio Agostino
FROSINONE - REGGINA 1-1, l'analisi di Antonio Agostino

Non un grande momento per Frosinone e Reggina, che arrivano alla sfida odierna con poche certezze atletiche e necessità di punti per rinvigorire la classifica.

Reggina che schiera titolare la sua punta di diamante Menez, Baroni spera nella volontà del giocatore nel riscattarsi dall’errore dal dischetto cui si è macchiato recentemente. Il modulo scelto è il 4-2-3-1, come sempre decisamente flessibile e che a seconda della fase si trasforma in un 4-4-1-1. Dentro i nuovi arrivi, Lakicevic schierato subito titolare a destra, Micovschi sarà il suo compagno di fascia più offensivo, Situm dirottato sulla sinistra, Folorunsho, dietro Menez, collante tra centrocampo ed attacco e cerniera mediana composta da Bianchi e Crisetig.

Frosinone col classico 3-5-2, modulo che i giocatori amaranto conoscono bene, lo statunitense Andrija Novakovich pericolo numero uno per la difesa di Baroni, sulle fasce Zampano e Salvi pendolini scelti per dare equilibrio in entrambe le fasi.

Primo Tempo:

Subito il Frosinone in pressione che cerca di sfruttare lo spazio tra difesa e centrocampo tra i reparti per mettere in apprensione la Reggina. Uomini di Baroni che tengono una linea abbastanza alta per ovviare al problema approfittando anche della maggior velocità dei propri difensori rispetto agli offendenti avversari. Al 5’ minuto Menez e Situm lavorano un ottimo pallone, sfruttando le proprie capacità tecniche, ma come spesso abbiamo visto quest’anno, manca sempre la precisione e la freddezza nell’ultimo tocco. I due nuovi innesti Micovschi e Lakicevic dialogano spesso con Folorunsho e provano a far circolare il pallone con tocchi di prima. Al 12esimo in seguito ad un’ottima conduzione di palla, arriva al tiro a giro Micovschi, vicinissimo al vantaggio la Reggina. Frosinone che dimostra più di qualche difficoltà sulla fascia sinistra. Non convince la squadra del tecnico Nesta, che non riesce a sviluppare trame offensive, se non scavalcando il centrocampo con palle alte. E’ Rohden l’uomo che prova ad inserirsi tra le linee a dispetto dei compagni di reparto, ma la difesa amaranto riesce con facilità a liberare l’area in più occasioni. Calano i ritmi, anche a causa della pioggia incessante, al 27esimo il Frosinone prova prima con Salvi e poi con Zampano, a crossare dentro ma senza impensierire la difesa di Baroni. Reggina in vantaggio nell’azione seguente, che approfitta di una distrazione della retroguardia ciociara, filtrante di Situm per l’imbucata di un solissimo Menez in area, che appoggia rasoterra premiando l’inserimento di Folorunsho, piattone e palla nel sette. Nesta, visto lo svantaggio e l’anemia offensiva dimostrata finora, mantiene il 3-5-2 ma in fase offensiva possiamo notare Rohden quasi sulla linea degli attaccanti, Salvi e Zampano piuttosto alti e vicini alla linea laterale, il tentativo è quello di aprire varchi tra i giocatori reggini giocando in ampiezza. Soluzione che non scalfisce le sicurezze della Reggina, continua il grande lavoro di abnegazione di tutta la squadra, in grado di coprire bene il campo e non soffrire la spinta avversaria. Paradossalmente le occasioni migliori sono sempre di Menez e compagni, grazie all’ordine tattico ed all’atletismo superiore. Si chiude così un primo tempo difficile per il Frosinone, senza alcun tiro in porta.

SECONDO TEMPO:

Cambi per entrambe le compagini, Reggina costretta a sostituire il proprio portiere Nicolas per un infortunio patito a metà primo tempo, dentro Plizzari. Frosinone che deve rientrare in carreggiata, entrano Kastanos e Tribuzzi rispettivamente per un impalpabile Parzyszek ed Ariaudo. Conseguenza diretta è il cambio modulo attuato da Nesta, col passaggio al 4-3-3, Tribuzzi e Kastanos gli esterni offensivi, Novakovich punta centrale. La contromossa tattica di Baroni non si fa attendere, posizionando Folorunsho su Carraro, metodista del Frosinone. L’indirizzo tattico della partita dei ciociari cambia decisamente, cercando con insistenza la propria punta-pivot, ed affidandosi agli inserimenti centrali. Reggina che rimane corta, spesso riuscendo ad anticipare le verticalizzazioni opponenti. Al 64’ il neo-entrato centrocampista Boloca, imbeccato in posizione centrale anche a causa dell’eccessivo schiacciamento dei centrocampisti amaranto, trova una pericolosa conclusione dal limite. Sul conseguente angolo, altro pericolo con un doppio tiro dentro l’area governata da Plizzari, che si salva. Non cambia lo spartito con la Reggina che si affaccia verso Bardi solo in contropiede, Frosinone che al 72esimo arriva nuovamente alla conclusione, grazie ad uno scambio centrale tra Boloca e Kastanos che arriva al tiro respinto da Plizzari. Inizia ad accusare la stanchezza la Reggina, coi propri centrocampisti che non filtrano più e Kastanos che rimane insidioso dal limite. Baroni corre ai ripari con un doppio cambio, vista anche la grande occasione al 78esimo sprecata da Salvi su calcio d’angolo, che spara fuori da posizione ravvicinata. Dentro dunque Faty e Liotti per Crisetig e Micovschi. Tatticamente non cambia nulla, rimane il 4-4-1-1 disegnato da Baroni. Nesta aumenta la pericolosità della propria squadra, col cambio Tabanelli-Carraro. Al 84esimo Frosinone che agguanta la Reggina, sull’ennesima incursione di Tribuzzi, in ritardo Lakicevic che commette un fallo da rigore. Tabanelli appena entrato concretizza il tiro dagli 11 metri. Non pervenuta la reazione amaranto, col Frosinone che ormai è padrona del campo, e continua a sfondare dalla destra. Nei 5 minuti di recupero lo spartito non cambia, la Reggina chiude in sofferenza totale, ma riesce a resistere fino alla fine con non pochi problemi.

Prova in chiaro-scuro per la Reggina: primo tempo in grande spolvero, secondo tempo nullo. Una tendenza che ormai caratterizza ogni partita amaranto, coi giocatori che tendono a schiacciarsi troppo nei secondi tempi senza offrire soluzioni offensive, e calo fisico evidente. La possibilità del Frosinone di sfruttare i 5 cambi è stata decisiva, fattore che rappresenta un malus ormai per Baroni.

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