
Ascoli e Reggina si affrontano in un match dalla posta in palio molto alta per entrambe le compagini. Ascoli che deve svegliarsi dall’incubo della B, e Reggina che cerca conferme e rilancio verso la zona Play-off.
Entrambe le squadre, per raggiungere i propri obiettivi, decidono per la continuità tattica. L’Ascoli si schiera con un 4-3-1-2 mutuato dal tecnico Sottil, con Sabiri, schierato trequartista, che acquisisce licenza d’artista, ed è colui che dovrà pennellare giocate per i suoi compagni, eludendo gli avversari. Completano il reparto Bajic, compito da punta boa, e Chiricò che anche grazie alla grande mobilità di Sabiri, agisce quasi come se fosse un trequartista aggiunto, giocando sovente più esterno ed arretrato rispetto al compagno di reparto. L’obiettivo di Sottil è chiaro, cercare di mettere in difficoltà la Reggina in fase d’impostazione, bloccando la linea centrale di Crisetig grazie alla posizione delle mezze punte ascolane.
La Reggina si presenta più ordinata rispetto alle ultime uscite: 4-2-3-1 decisamente dinamico, che si trasforma in un 4-4-1-1 in fase difensiva grazie al grande lavoro difensivo perpetrato da Liotti e Situm che si allargano ed abbassano sulla linea dei centrocampisti. Folorunsho in posizione di trequartista come ormai di consueto, il ruolo di punta tocca ancora a Rigoberto Rivas.
Primo Tempo:
Le scelte tattiche degli allenatori sono ben eseguite dai giocatori in campo. E’ la Reggina a fare la partita inizialmente ed a sviluppare le azioni più pericolose, l’Ascoli si limita a giocare di rimessa ed approfittare delle seconde palle che spesso vengono trascurate dai giocatori amaranto. Aldilà di qualche iniziativa da fuori area, Guarna rimane comunque inoperoso. Cambia la partita al 19esimo, col solito Liotti che rompe l’equilibrio grazie al suo solito taglio verso l’interno area avversaria e finalizza un perfetto cross di Del Prato, centrali di difesa ascolani da rivedere nelle marcature. Dopo il goal l’Ascoli è rimasto piuttosto passivo, Sabiri disinnescato dai mediani amaranto, Gerbo e Buchel non hanno la solita verve, il palleggio è risultato piuttosto macchinoso con qualche tocco di troppo, i giocatori amaranto in pressing costante hanno costretto gli avversari al gioco orizzontale ed al lancio lungo, non con grandi risultati. Da evidenziare il lavoro senza palla di Rivas, che spesso alterna il pressing al portatore di palla avversario con Folorunsho, rimanendo entrambi dietro la linea del pallone. Dopo la metà del primo tempo, Sottil decide di far aumentare i giri alla sua squadra, facendo avanzare sulla linea di trequarti ed a turno, Gerbo o Cavion disturbando la fase d’impostazione amaranto, ed allargando in fase offensiva le due mezze punte, giocando più in ampiezza. I cambiamenti producono un solo tiro in porta, su punizione da 40 metri, evidenziando la buona condizione atletica della squadra di Baroni. Il dato più significativo del primo tempo, rimane quello relativo alle palle perse dall’Ascoli: ben 21, unitamente al maggior possesso palla ascolano, testimoniano la sterilità delle trame bianconere.
Secondo Tempo:
Subito tre cambi, De Rose per Crisetig nelle file amaranto, Cangiano e Kragl per Gerbo e Tofanari per i bianconeri. Rimane col 4-2-3-1 Baroni (anche se ormai è pienamente considerabile come un 4-4-1-1 visto l’atteggiamento tattico), rimescola le carte Sottil schierandosi a specchio con un nuovo 4-2-3-1, Chiricò e Cangiano schierati sugli esterni.
La prima occasione è proprio per l’Ascoli, col solito Sabiri dalla distanza, ma il piglio è decisamente diverso. La Reggina lascia sfogare l’avversario e concede il possesso palla, Ascoli che tende a provare la giocata laterale e l’1vs1 col diretto avversario. Anche la Reggina risponde con un tiro da fuori di Bianchi, maturato dal solito lavoro di Rivas che tende a ricevere il pallone sull’esterno ed accentrarsi, scaricando sul compagno. Al 60esimo minuto, è’ proprio dai due nuovi entrati Kragl e Cangiano, che confezionano sulla fascia sinistra, una palla interessante per Bajic, abile nello scartare il diretto marcatore ma calciando la palla fuori. Al 62esimo entra Pierini per Chiricò, tatticamente non cambia nulla. Baroni non cambia atteggiamento ai suoi, compatti e pronti a ripartire seppur con una velocità d’esecuzione rivedibile, puntando ad allargare sugli esterni e tentando di trovare un inserimento vincente sul conseguente cross, come nel primo tempo. Al 70esimo l’emblema della partita, impostazione lenta degli uomini di Sottil, palla recuperata dal centrocampo reggino, Rivas riceve palla, si allarga sull’esterno e crossa, ma nessuno dei compagni ha seguito l’azione. Al 73esimo Tupta sostituisce uno spento Sabiri, decisamente sottotono. Risponde 2 minuti più tardi Baroni, con Situm e Bianchi che lasciano il posto a Denis e Bellomo. Lo schieramento tattico amaranto non cambia, 4-4-1-1 e cerniera di centrocampo composta da Folorunsho e De Rose. Denis e Folorunsho si alternano nel pressing, con Rivas che aiuta in fase difensiva rientrando fino all’ultima linea amaranto.
Al’83esimo l’Ascoli approfitta di una distrazione della difesa amaranto, con Cangiano innescato all’interno dell’area, indisturbato dai difensori, buca Guarna da posizione laterale. Altra girandola di cambi subito dopo la rete subita: Liotti esce in favore di Rolando, e l’esperto Eramo prende il posto di Cavion. Continua la pressione ascolana, un anticipo su un sonnecchiante Di Chiara ed un caparbio Eramo fa intuire lo stato psicologico delle due squadre. Lo spartito cambia, Ascoli che si schiera con la difesa a 3 grazie allo spostamento di Pucino a terzo di difesa e Kragl sempre più in proiezione offensiva. Reggina raccolta nella propria metà campo in attesa di un errore dell’Ascoli, che però verticalizza facilmente in questa fase senza particolare opposizione avversaria. Il risultato della pressione degli uomini di Sottil, porta al goal di Kragl, che rompe gli schemi e con una violenta conclusione dai 20 metri, buca nuovamente un incerto Guarna. La Reggina non ha ne la forza di reagire, ne la condizione atletica per provare un insperato assalto finale, termina così con la sconfitta amaranto, il campo ha dato ragione alle scelte di Sottil. Grande rimpianto per gli uomini di Baroni che pagano l’aver abbandonato troppo presto l’idea di coinvolgere più uomini in fase offensiva, limitandosi ad aspettare l’avversario che ha preso sempre più fiducia e campo, approfittando cinicamente degli errori individuali reggini.
Antonio Agostino
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