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Martedi, 23 Aprile 2024 ore
22-07-2017 09:18 Chizzoniti afferma che Falcomatà è afflitto ed affetto dal “virus della voglia di farsi Dio

L’inarrestabile, ancorché diffuso e quanto mai preoccupante declino della nobile città di Reggio e l’emarginazione che fisiologicamente deriva, alimentano trame apparentemente complesse ma, invero, estremamente puerili, pur astutamente prospettate da chi continua a confermare quotidianamente di non essere idoneo al ruolo, tanto meno di disporre della forza necessaria per difendere a Catanzaro e Roma i pluri-calpestati interessi della Città Metropolitana e di tutta l’Area dello Stretto. In questa ambigua cornice, appesantita da desolanti retroscena, matura il goffo tentativo del potere cittadino che, intento a celebrare sé stesso, individua perfidamente la fonte genetica del fallimento morale, politico ed amministrativo nella sbigottita Assessore Angela Marcianò. Gelidamente additata al pubblico ludibrio semplicemente perché cooptata – sine tessera – dal Segretario Renzi nella direzione nazionale del PD, sterilizzando (Renzi), contestualmente, la identica aspirazione dell’Avv. Giuseppe Falcomatà – cum tessera –. Lo stesso, più divo che sindaco, duro e puro, sistematicamente angosciato da paradossi e deliri, non ricorda che l’incolpevole defenestranda era sprovvista di tessera anche quando è stata nominata Assessore. Appare, quindi, evidente come la “claudicatio intermittens” (politica) dell’azzoppato sindaco, sottile suggeritore della convention ad escludendum, sia perfettamente compatibile con la filosofia della celebre favola “lupus et agnus”, laddove l’agnus della situazione resta l’Assessore Marcianò. Che, indipendentemente dai capricci del Sindaco, però è componente della direzione nazionale del partito al quale lo stesso è tesserato periferico e subordinato. Ed ecco quindi il ricorso strumentale a “spontanee” riunioni di maggioranza, conferenze dei capigruppo, sub-incontri fra pretoriani e maggiordomi gattopardeschi che si alternano, dopo aver sommariamente processato l’imputata, ad indurla, con raffinate strategie che lambiscono la soglia del paradigma di cui agli artt. 56, 610 c.p. (tentata violenza privata), a gettare la spugna perché non più gradita a corte. Confermando, ancora una volta, che in questa città l’autonomia cerebrale e la qualità portano inesorabilmente all’isolamento, al contrario della mediocrità che è agevolmente governabile. E così in tanti si scoprono austroungarici che, con orologi, cronometri ed altri marchingegni alla mano, registrano le assenze in giunta dell’Avv.ssa Marcianò, rea di versare in stato di gravidanza pur normativamente tutelato. Si dovrebbe, quindi, argomentare che una volta eliminata la stessa, in quanto causa di tutti i mali cittadini, il Sindaco, da tempo barricato all’interno della turris eburnea di Palazzo San Giorgio, si concederà al popolo, non solo per attribuire il San Giorgino d’Oro a Prefetti e Magistrati sicuramente meritevoli, così come però anche il pluri-apprezzato Dott. Nicola Gratteri (e non solo), il cui trentennale impegno sul versante del contrasto alla criminalità, ricco di contenuti e prestigiosi risultati, è stato clamorosamente ignorato. Forse perché esercita le funzioni a Catanzaro? Ristabilita con la decapitazione dell’esterrefatta Assessore Marcianò, la supremazia del discepolato fideistico ed acritico, il Sindaco, afflitto ed affetto dal “virus della voglia di farsi Dio”, perseguirà agevolmente la rinascita ed il riscatto civile ed amministrativo della città, affrancandola dalle occupazioni abusive di suolo pubblico, venditori senza licenza, ambulanti a posto fisso che da anni non si spostano, venditori di pesce senza alcun controllo, dal degrado delle periferie, ecc., cui evidentemente la quasi ex-Assessore Marcianò era di ostacolo. Risolvendo, altresì, i problemi idrici, aeroportuali, dei licenziamenti della SOGAS, della ZES, dell’Agenzia dei Beni Confiscati (difesa con un “energico” girotondo…), del tempietto, del lido, del fortino di Pentimele (inaugurato senza strada di accesso!), viabilità, alberi che crollano, ecc. . Se questo è, forse aveva ragione King Lear di shakespeariana memoria quando ripeteva “tristi quei tempi in cui i pazzi guidano i ciechi”!

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