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Venerdi, 29 Marzo 2024 ore
08-02-2016 22:21 Regione Calabria, La Sculco chiede la riduzione e modernizzazione degli enti strumentali

“Non faccio alcuna fatica a ritenere che sia urgente un processo di riduzione e di modernizzazione di tutti gli enti strumentali della Regione Calabria. Soprattutto gli enti che non hanno più ragione di esistere, perché hanno esaurito le loro finalità e perché creano solo confusione e rischiano di essere all’infinito fonte di sprechi e di cattivo uso delle risorse, senza alcun vantaggio per la Calabria e per i calabresi, come purtroppo è stato per tanti di questi enti e per troppi lunghi anni”. L’ha sostenuto la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco nel corso del dibattito sul provvedimento di modifica della legge regionale n66/2010 “che dispone la gestione stralcio ARSSA in ARSAC”. La consigliera regionale sulla proposta di legge si è astenuta ed ha spiegato: “Sono del parere che ci sia bisogno di un appropriato riordino che serve a dare efficacia ed efficienza alle funzioni degli enti. Tuttavia, bisogna stare particolarmente attenti a non realizzare qualche papocchio. A non fare operazione che ‘sembrano’ muoversi sotto il segno della riforma ed invece potrebbero addirittura aggravare la situazione preesistente. Dico questo, perché non mi convince come si sta realizzando l’operazione d’incardinamento dell’ARSSA in ARSAC. Un’operazione che lascia tante perplessità e vedo rischi che noi non possiamo in alcun modo correre. Quando questo disegno di legge è stato affrontato in Commissione, avevo espresso dubbi e preoccupazioni che, fra l’altro, sono stati condivisi dall’Ufficio legislativo del Consiglio regionale che in quel momento supportava egregiamente il lavoro della Commissione”. Nello specifico Sculco rileva che “Tale proposta che modifica la legge 66 del 2012 dispone la gestione stralcio ARSSA in ARSAC con l’evidente implicazione che il soggetto ARSSA perde la propria soggettività giuridica e viene incardinato nel nuovo ente ARSAC. Il dato meramente formale che ne deriva è di aver soppresso un ente in liquidazione. E lo definisco meramente formale perché si abolisce L’ARSSA, ma non il suo stato passivo, che, invece, resta; con evidenti conseguenze e ripercussioni in termini di rischi di aggressione del patrimonio di ARSAC. Per spiegare meglio: qualsiasi creditore di ARSSA potrà aggredire il patrimonio di ARSAC; eventuali plusvalenze derivanti dalle dismissioni rimarrebbero in capo all’ARSAC. E queste sono solo alcune delle criticità e dei rischi in cui certamente L’ARSAC potrebbe incorrere”. 

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